I ballottaggi completano l’analisi che avevamo aperto due settimane fa con il primo turno. L’infografica tratta dal sito di Repubblica spiega chiaramente chi, complessivamente, ha vinto le elezioni: il centrosinistra. Vale la pena di sottolinearlo, per tutti coloro per i quali, oggi, l’Italia si esauriva a Parma.
E’ davvero triste, l’atteggiamento dei media nei confronti di Beppe Grillo. O, come “Il Fatto Quotidiano”, (si fa per dire…), tifoso a prescindere, o, come quasi tutti gli altri, critici quando il comico era debole e adesso servi che è un pò più potente: una terza via, oggettiva, si fa fatica a trovarla.
Proviamo allora a guardarla, Parma, per capire cosa è successo. Al primo turno hanno votato 87.827 persone. Vincenzo Bernazzoli, candidato del Pd, ha preso 34.433 voti e Federico Pizzarotti, candidato del Movimento 5 Stelle, 17.103. Al ballottaggio hanno votato 85. 072 persone. Vincenzo Bernazzoli ha preso 33.837 voti e Federico Pizzarotti 51.235. Altri due dati: alle scorse elezioni comunali, al ballottaggio, avevano votato 95.390 persone e Pietro Vignali (l’ex sindaco fuggitivo) aveva preso 53.959 voti.
L’analisi mi sembra presto fatta: il numero degli elettori, nonostante Grillo, è comunque in calo e chi, l’altra volta, ha votato centrodestra, questa volta, ha votato 5 Stelle. Quindi, per carità, la vittoria c’è stata ed è ancora più importante perché ottenuta da una forza in campo da poco, ma non si parli di rivoluzioni e non si dica che hanno vinto “per il programma”. Magari c’è anche (lo vedremo), ma non è certo per quello che hanno triplicato i voti in due settimane.
Piuttosto, e veniamo al Pd, il dato mi sembra un altro. E cioè che il travaso di voti non è avvenuto. In altri termini: chi votava centrodestra o è stato a casa o ha votato Grillo. E’ ora di capirlo: dobbiamo organizzare il nostro campo, convincere i nostri astenuti, cercare di portarli tutti a votare. Per farlo, dobbiamo definirci. E’ inutili rimanere pallidi sperando di convincere qualcuno che è sempre stato di là a venire con noi.
Ultimo punto. Il Pd, lo dicevamo l’altra volta, ha il suo “nocciolo duro”, ed è un bene. Non può, però, rinchiudersi su di esso. Non può presentarsi come l’ “usato sicuro”. Le radici non vanno recise, ma l’albero deve crescere. Bisogna innovare. Decisamente. Lo faccia chi ha la responsabilità di guidare il partito. Prenda l’iniziativa, per evitare faide interne e rese dei conti. Altrimenti il salto nel buio lo faremo davvero.Matteo Renzi, questo pomeriggio, da Mentana, scalpitava già.
Enrico Moretti
http://gdrimini.wordpress.com/2012/05/21/il-travaso-che-non-ce/