
Oltre cinquanta rappresentanti del mondo del terzo settore, consorzi sociali, cooperative e associazioni di volontariato, da Legacoop a Confcooperative, dal Consorzio sociale romagnolo a Volontarimini, hanno partecipato ieri sera all'incontro "Welfare: PD e Terzo settore a confronto", promosso dal Partito democratico di Rimini nell'ambito del ciclo "Primavera democratica". Insieme, tra gli altri, a
Emma Petitti, Segretario provinciale PD Rimini, Teresa Marzocchi, Assessore alle Politiche Sociali della Regione Emilia-Romagna,
Marilena Fabbri, responsabile Welfare PD Emilia Romagna,
Mario Galasso, Assessore ai Servizi sociali della Provincia di Rimini,
Gloria Lisi, vicesindaco e Assessore al Welfare e pro! tezione sociale del Comune di Rimini e Roberto Vignali, responsabile Welfare PD Rimini, la serata è stata l'occasione per fare il punto sulle risorse, le scelte e il futuro del welfare, con testimonianze e proposte per uscire dalla crisi e sviluppare un sistema di welfare a misura di persona. "Lo scenario è allarmante: da un lato il
taglio netto delle risorse del fondo sociale a livello nazionale, diminuite dal 2008 ad oggi del
90,9% - spiega Emma Petitti -. Dall'altro gli sforzi di
Regione ed enti locali per mantenere i livelli di qualità raggiunti in questi anni, a fronte di bisogni sempre più acuti. I temi
dell'inclusione, dell'integrazione e della garanzia di utenti e lavoratori dell'assistenza domiciliare, evidenziati dagli operatori durante l'incontro, sono tra le priorità di lavoro per il Partito democratico. Equità, efficienza e giustizia sono i criteri alla base di un sistema di protezione sociale che deve restare a responsabilità pubblica per la programmazione e il controllo, in stretta collaborazione con il privato. Il welfare non è un costo, ma un fattore di crescita e sviluppo sociale. La riduzione drastica delle risorse a livello centrale richiede una sempre maggiore appropriatezza dei servizi e dei criteri in base a cui i cittadini realmente bisognosi ne usufruiscono. Questo a tutela sia delle persone, sia dei lavoratori del settore, che per la mancanza di fondi rischiano di trovarsi oggi in grande difficoltà".