PRESENTAZIONE DEL VOLUME DI
DOMENICO PAZZINI
"STORIA DI UN LICEO.
IL LICEO SERPIERI DI RIMINI
NEGLI ANNI 1970-1980"
(Pazzini, 2011)
Introdurrà il prof. Lanfranco Maggioli, docente al Liceo Serpieri
Sarà presente l'Autore
L'autore ci racconta gli anni '70 del Liceo Serpieri di Rimini
L'autore ci racconta gli anni '70 del Liceo Serpieri di Rimini
«Ci deve essere qualcosa nella storia del Serpieri che dorme e poi si risveglia, al di là dei tempi e delle contingenze. E' il logos, quello che proviene dagli inizi degli anni '70» scrive Domenico Pazzini in "Storia di un liceo", appena uscito per Pazzini editore. Un libro anomalo, che mescola l'ermeneutica testuale dei documenti usciti dalle assemblee degli studenti del Liceo Scientifico Serpieri negli anni '70 al memoir di chi da docente è stato partecipe protagonista di quella stagione alla riflessione storica e filosofica. Senza cercare una sistematizzazione
o risposte definitive ma quasi lavorando per "sintomi", come sembra mostrare l'indice dei termini in calce al libro, tra i più citati alternativa, assemblea, collettivo, massa, movimento, gruppo di studio, politica, programma, rappresentanza... Ma che forse proprio per questo riesce a dare un ritratto in movimento della stagione che vide il Liceo Serpieri di Rimini farsi laboratorio politico nel senso più alto del termine. E che forse è bene interrogare, proprio qui ed ora. «Non ci sono motivi "esterni" ma solo "interni"" nel fatto che il libro esca adesso» si schermisce Domenico Pazzini, che è stato per anni docente nei licei e fa parte adesso del gruppo italiano di ricerca su "Origene e la tradizione alessandrina". «Ho lavorato per anni ad un libro pubblicato nel 2009: "Lingua e teologia in Origene". Mi sono voluto prendere una vacanza di qualche mese. E quella vacanza è stata il ritorno al Liceo! Un ritorno comunque presentito da tempo: perchè ho trovato che il materiale, da me conservato, in parte era già stato organizzato e sistemato.» Quali sono i "cuori" del libro?
«Gli anni che vanno dal ‘72 al '74, con la grande assemblea del 74, i gruppi di studio, la vita delle classi... e sono cuori pulsanti ancora oggi. Sì ancora pulsanti. L'idea di una globalità che si costruiva e non si subiva. La realistica speranza di creare un varco nella storia dall'interno del micro di un liceo! Raramente si dà questa realistica speranza. Allora si è data.» Quali, i frutti di quella stagione? «So che questa domanda è importante. Forse la più importante. Ma so anche che non posso o forse meglio non sono in grado di rispondere.
I frutti comunque ci devono essere stati. Forse sono sotterranei ed emergeranno. Non credo che si possa parlare solo di dimenticanza.
Me ne rendo conto quando incontro di tanto in tanto qualche amico, studente, collega di quel periodo. La questione è assolutamente
aperta....» E forse chiede a chi allora c'era di ripigliare le fila, di riprendere con la sua testimonianza le pagine del libro, di rispondere. Chiediamo a Domenico Pazzini da cosa nasca la forma singolare di "Storia di un liceo". «Sono un filologo classico per formazione e per professione» riflette. «Abituato a stare per molto tempo su un testo letterario filosofico teologico antico. I documenti prodotti in quegli anni, quelli che ho analizzato dettagliatamente, mi sono subito accorto, al momento della scrittura del libro, che meritavano la stessa attenzione che di norma riservo ai testi antichi. Mi sono immerso per più mesi in questi documenti e mi sono lasciato determinare da loro. Con due esiti: da una parte questi documenti mi hanno suscitato qualche memoria; dall'altra mi hanno riportato ai classici di allora (1970-1980) e di sempre.»
Lorella Barlaam
(da Chiamami Città del 25 gennaio 2012)