
CATTOLICA - «Ora attendiamo che la giustizia faccia il suo corso». Il sindaco di Cattolica Piero Cecchini ha appreso con soddisfazione la notizia dell'arresto dei tre ragazzi italiani, ritenuti responsabili dell'accoltellamento di due giovani stranieri lunedì mattina nel centro di Cattolica.
«Il primo pensiero va ai due giovani extracomunitari e alle loro famiglie, affinchè giunga loro tutta la solidarietà dell'amministrazione comunale e della Città di Cattolica - spiega il sindaco Piero Cecchini - Un episodio isolato per una realtà come quella cattolichina che da sempre si fonda su valori quali la coesione sociale e l'integrazione tra culture differenti. L'aggressione dell'altro giorno, oltre ad essere un gesto che non possiamo fare altro che condannare con fermezza auspicando che la Magistratura faccia presto giustizia, ha profondamente scosso la comunità di Cattolica. Ma la risposta di tutta la Città è stata pronta e incisiva e così è subito scattato un meccanismo di collaborazione con i militari della tenenza dell'arma dei Carabinieri di Cattolica affiancati dai colleghi della compagnia di Riccione, a cui va il plauso dell' amministrazione per l'efficace lavoro di indagine svolto, che ha permesso di giungere in fretta all'identificazione e poi all'arresto dei tre italiani, legati a quanto pare a movimenti di estrema destra e provenienti da fuori regione. Cattolica è una città sicura e solidale, assolutamente estranea a questo genere di episodi che non hanno precedenti nel nostro Comune».
Il sindaco si è recato in ospedale per sincerarsi delle condizioni di salute due giovani stranieri. Non è riuscito ad incontrarli ma l'appuntamento è solo rinviato. «L'intenzione è di invitarli in Comune non appena saranno guariti per un confronto diretto e per comunicargli di persona l'affetto e la vicinanza di tutta la comunità locale - continua il sindaco Piero Cecchini - Questo episodio va condannato ma non va dimenticato: deve spingere le istituzioni, la politica ma anche la scuola e le famiglie a chiedersi cosa è mancato alla educazione formativa di questi giovani ragazzi che giravano alle 5 di mattina con un coltello in tasca? E a chiedersi come mai questi ragazzi non abbiano esitato ad aggredire con ferocia e violenza inaudita dei loro coetanei? Parlo da sindaco, ma anche da padre di famiglia, in un periodo di crisi e forte preoccupazione per il futuro, come quello attuale, è facile che messaggi distorti inneggianti alla violenza, all' odio per il diverso, per lo straniero possano fare breccia nelle giovani menti. Non dobbiamo arretrare di un millimetro: le istituzioni, la politica, le famiglie, la scuola e anche l' informazione devono ricordare ogni giorno ai nostri ragazzi che questo Paese si basa su valori quali la solidarietà , l'integrazione e la coesione sociale. E che l' incrocio di più culture può rappresentare un elemento di ricchezza e di crescita e non certo di preoccupazione».