
Un ordine del giorno da presentare in ogni Consiglio comunale contro il fenomeno delle dimissioni in bianco e il sostegno alla raccolta di firme che chiede al Governo provvedimenti concreti e urgenti in materia. E poi incontri per parlare insieme di donne e libertà, lavoro, multietnicità. Sono le iniziative promosse dal Partito democratico della provincia di Rimini e dalla Conferenza permanente delle donne Pd per l'
8 marzo, Giornata internazionale della donna. Gli appuntamenti di domani si inseriscono nel lavoro che il Pd riminese sta compiendo in ogni ambito per favorire un mutamento culturale che si trasformi in cambiamento sociale, sottolinea il segretario provinciale
Emma Petitti. "La civiltà di un Paese si misura con alcuni semplici, chiari indicatori di progresso civile. Libertà, diritti, cittadinanza, parità di genere: sulla traduzione in realtà di questi valori si basa ogni giorno, da parte di ognuno, la costruzione di un presente e di un futuro migliori per tutti. L'impegno per la parità di genere e i diritti richiede un cambiamento culturale che ancora non è completamente avvenuto. Resta un gap da colmare. Le donne continuano ad essere coloro che contribuiscono alla famiglia, e quindi alla società, lavorando fuori e dentro casa, creando ricchezza, studiando, sacrificandosi per affermarsi nella professione, prendendosi cura delle relazioni affettive e familiari, occupandosi di figli, mariti, genitori anziani. Serve un cambiamento culturale per ribaltare gli stereotipi e riequilibrare la partecipazione delle donne alla vita collettiva. E il cambiamento passa oggi dagli adulti di domani, dalle ragazze e dai ragazzi, dall'educazione, dai media e internet, da innovazioni normative che rendano le donne protagoniste alla pari nelle professioni, nella cura sanitaria, in famiglia, nell'impresa, nei modelli culturali e nella rappresentanza democratica".
Domani a
Riccione, alle 18 al Sicomoro dell'Arboreto Cicchetti (viale Ceccarini) è in programma l'incontro "Penelope è partita", storie di donne e di lavoro nel segno della multietnicità, insieme a Emma Petitti, segretario provinciale Pd Rimini, Ilenia Morganti, operatrice dei servizi per il lavoro, Michela Ronci, responsabile rapporti istituzionali Hera.
Alle 21 a
Santarcangelo appuntamento al centro civico San Bartolo (via della Pasqua 45) per una serata dedicata a "Donne e libertà".
I dati: differenti, ma non ancora alla pariSecondo il Rapporto annuale 2011 Istat, quasi il
9% delle lavoratrici nel corso della loro vita sono state licenziate attraverso le
dimissioni in bianco o perché in gravidanza. A subire più spesso questo abuso sono le più giovani (il 13,1 per cento delle madri nate dopo il 1973), le donne con un titolo di studio basso (10,4 per cento), le donne che lavorano o lavoravano come operaie (11,8 per cento), quelle impiegate nell'industria (11,4 per cento). La norma che contrastava il fenomeno delle dimissioni in bianco, introdotta con la legge 188/2007, è stata successivamente abrogata.
Che la differenza fra uomo e donna non sia ancora parità è dimostrato anche dai dati del progetto regionale
"Alla pari". In media in Emilia-Romagna sono
23 e 16' le ore che ogni settimana ogni donna dedica al lavoro domestico e di cura familiare, a fronte delle 6 ore e 46' degli uomini. I dirigenti, i lavoratori in proprio e gli imprenditori sono per oltre il 70% uomini, mentre i lavoratori a domicilio sono nel 92,3% dei casi donne e le impiegate superano il 60%. Eppure le giovani hanno un livello di istruzione e successo scolastico costantemente superiore a quello maschile, le laureate sono il 26,9% con oltre 10 punti percentuali in più rispetto ai coetanei. Sono però concentrate negli studi di ambito farmaceutico, medico, psicologico, politico-sociale, dell'insegnamento, letterario e linguistico, scelte che si riflettono poi sulle presenze lavorative: ad esempio nel settore ‘istruzione, sanità, servizi sociali' le donne rappresentano oltre il 77% degli addetti, nei ‘servizi pubblici alle persone' quasi il 70%, mentre nelle ‘costruzioni' e nei ‘trasporti/comunicazioni' non superano rispettivamente il 7,9% e il 22,1%.