
Sull'articolo 18 se ne sono dette delle belle sia da parte dei cosiddetti "tecnici" che di mestiere fanno gli ospiti televisivi, sia da parte dei "giornalisti tuttologi" che parlano per nome e per conto dei loro padroni editori, sia da parte di alcuni dirigenti di partito che esistono solo perché appaiono in televisione.
Vi assicuro, tutti, ma proprio tutti, dicono un mucchio di sciocchezze.
È stato riconosciuto da tutti che l'articolo 18 non ostacola né l'entrata nel mondo del lavoro dei giovani, né lo sviluppo delle aziende.
L'articolo 18 è la testa di ariete col quale vogliono demolire tutte le conquiste fatte dai lavoratori nel '900 con lotte durissime e martiri sul campo.
In Italia, in particolare, lo Statuto dei lavoratori con l'articolo 18 ha significato l'emancipazione della classe operaia e la presa di coscienza da parte di molti cittadini.
Infatti in quel periodo sono sorti miriadi di movimenti di lotta democratica.
Per testimonianza diretta voglio ricordare che in quel periodo grazie ai diritti riconosciuti dallo Statuto, grazie all'appoggio del sindacato sono nati i "Poliziotti democratici", "Sottufficiali e militari democratici" e si è potuto ottenere la smilitarizzazione della Polizia di Stato e la Rappresentanza militare.
Se si dovesse arrivare alla cancellazione dello Statuto dei lavoratori si provocherebbe una ferita indelebile nella dignità della persona, mi chiedo: vorrebbero riportarci indietro nel tempo alla rivoluzione industriale, quando negli opifici i lavoratori non vedevano mai il sole perché lavoravano e vivevano la dentro?
Per riscattarli ci è voluta la sentenza di un giudice di sua maestà britannica per definire quando e cosa si doveva intendere per giorno e quando e cosa per notte e stabilire di quante ore di luce doveva godere un operaio.
Catone diceva: "Ho combattuto per la Repubblica, ho lottato per la libertà, non per la mia libertà, ma per vivere tra uomini liberi".
Difendere lo Statuto dei lavoratori è un dovere, è onorare le persone che stanno lottando e sono morte per ottenerlo e non già una contrapposizione di generazioni tra tutelati e non, come vogliono farci credere.
Per dirla con il grande Antonio gramsci: Agitatevi!!! Agitatevi!!!
Io questo grido lo rivolgo ai giovani, perché siete voi la generazione che ha diritto alla luce!
Antonio Roberti
Segretario Circolo Riccione - Parco Alba