
"Mi vergogno per come l'Europa si sta comportando con la Grecia. Si può indurre un Paese al rigore ma non si può ucciderlo e massacrare gente comune. Non si può assistere ad uno scempio del genere". Così Pier Luigi Bersani ha chiesto all'Europa di cambiare linea rispetto alla crisi greca.
"Tanti che ora predicano la virtù – ha sottolineato Bersani - hanno guadagnato dai vizi e hanno fatto profitti dal debito greco. Non si può massacrare così gente comune perché i greci sono europei. E' ora che l'Europa riprenda il tratto di solidarietà che e' suo e che dalle forze progressiste venga una voce forte perché non possiamo assistere ad uno scempio del genere".
Il segretario del PD, intervistato dai giornalisti davanti la sede del PD, ha voluto soffermarsi anche sulla situazione italiana e le difficoltà che il Belpaese sta ancora vivendo soprattutto nel mondo del lavoro.
"Anche oggi i dati ci dicono che c'è recessione e una questione economica e sociale. Dunque, esaurita la fase della riforma del lavoro, che spero abbia un buon esito, e rafforzate le liberalizzazioni, chiedo che l'agenda venga impegnata su come creare lavoro e sulle attività economiche perché ci stiamo distraendo un po' troppo". Così Pier Luigi Bersani in favore di un più efficacie impegno del governo per far ripartire economia e Pil.
"I dati – ha dichiarato Bersani - sono evidenti e segnalano che questo è il problema principale".
Sempre a proposito della crisi del Paese ellenico, il vice presidente del Senato Vannino Chiti, ha commentato nel suo blog: "Un intero popolo paga a caro prezzo mancanza di solidarietà europea. I cittadini europei, certamente le forze progressiste, assistono con sgomento alla crisi che sta mettendo in ginocchio la Grecia. Un'intera popolazione si trova a pagare a caro prezzo i gravi errori commessi in passato dai suoi governi, in particolare l'ultimo di centrodestra che ha nascosto a tutti, Europa compresa, le reali dimensioni del dissesto finanziario. L'Unione Europea ha le sue responsabilita': la crisi della Grecia e' stata affrontata nel modo sbagliato e tardivo. Si poteva scongiurare questo precipizio intervenendo, molto tempo prima, con una maggiore solidarietà ''.
'E' stato un errore - ha proseguito Chiti - vincolare gli aiuti economici all'adozione di misure più che di risanamento, di recessione. In questo modo si strozza il debitore. La destra ha impostato in Europa un risanamento realizzato esclusivamente con tagli: niente per lo sviluppo e l'occupazione. Obblighi ai paesi che sono in deficit, ma nessun vincolo a investire per chi ha surplus di bilancio. Per uscire dalla crisi il solo rigore, che pure è indispensabile, non basta: la recessione può distruggere la coesione europea. Ci sono 23 milioni di disoccupati in Europa, una gran parte sono giovani. Insomma - ha concluso - servono politiche che favoriscano uno sviluppo sostenibile, in grado di assicurare lavoro e benessere''.