Rimini, 27 gennaio 2012
"Siamo a più di due anni dall'inizio della crisi in Italia, partita negli Usa nell'autunno 2008 come un terremoto finanziario che si è trasferito anche sull'economia reale, sulle imprese e sulle famiglie. Eppure la fase economica che stiamo ancora attraversando e i mutamenti avvenuti a livello nazionale rendono a tutt'oggi pressoché impossibile delineare qualsiasi previsione. Basti pensare che quello che fino ai primi mesi del 2011 era stato indicato come il periodo del rilancio, oggi, analizzato a posteriori, si è tramutato in uno scenario di emergenza aggravatosi negli ultimi mesi dello scorso anno, e la cui ombra si allunga anche sul prossimo futuro.
I dati del 2010 e le elaborazioni più recenti sul 2011 delineano un quadro di grande difficoltà. Perdura la crisi economica dei paesi occidentali, con pesanti riflessi sociali, accompagnata da una forte incertezza sul piano internazionale e nazionale.
Rimini presenta tratti peculiari e specifici che caratterizzano fortemente il tessuto economico produttivo e il mercato del lavoro, con una netta vocazione e un'alta propensione alle attività del settore terziario (commercio e turismo) oltre ad una significativa presenza di lavoratori autonomi. Peculiarità che se da un lato hanno permesso a Rimini di reggere meglio di altri territori la crisi, dall'altra non mancano di criticità specifiche.
Abbiamo un sistema imprenditoriale caratterizzato dalla dimensione medio-piccola delle imprese, con un mercato del lavoro provinciale che non riesce ad offrire prospettive occupazionali ad una forza lavoro locale sempre più scolarizzata e qualificata.
Il turismo coinvolge una pluralità di altri settori economici, una filiera di attività con cui ha relazioni di scambio (in particolare, con l'agroalimentare, il commercio, i servizi alle imprese, ecc.). Quasi i due terzi del valore aggiunto della filiera turistica deriva dagli scambi interni al settore alberghiero e della ristorazione, che rappresentato circa l'80% dell'occupazione indotta dall'attività dell'intera filiera.
La provincia di Rimini presenta il tasso di disoccupazione più alto dell'intera Regione: 7,8%. Aumenta ancora il gap tra tasso disoccupazione provinciale femminile (che sale all'11%) e quello regionale (7%);
Sono i lavoratori più giovani a risentire di più della crisi del lavoro. La disoccupazione giovanile sale al 22,8% e Rimini è al terzo posto dopo Bologna e Modena per disoccupati.
In fascia d'età 15-24 anni si registra un costante aumento delle assunzioni temporanee a scapito del lavoro a tempo indeterminato.
E' esploso il ricorso alla cassa integrazione e in particolare a quella in deroga, che riguarda soprattutto le imprese artigiane.
I dati sull'industria mettono in evidenza come gli ordini, la produzione e il fatturato nel corso del 2010, sino al terzo trimestre, abbiano registrato una netta ripresa rispetto all'anno precedente fino a far registrare picchi positivi nel primo trimestre del 2011. C'è stato però un successivo crollo nel secondo trimestre, con una fortissima contrazione delle vendite del commercio al dettaglio.
E' in particolare difficoltà anche l'edilizia, con il 70% del settore praticamente fermo ed una perdita ingente di occupati e fatturato.
Il Pil pro capite nel 2010, a Rimini, segna una forte flessione (-7,5%) rispetto all'anno precedente.
Le proiezioni dell'istituto Prometeia ci dicono che solo il 65% delle imprese presenti sul mercato, se non cambieranno le condizioni attuali, potrebbe riuscire ad andare avanti, mentre il restante 35% rischierebbe di scomparire dalla scena economica.
Si conferma il rallentamento della tendenza all'invecchiamento della popolazione e continua ad aumentare il "carico sociale", cioè il rapporto tra popolazione non attiva (minori e anziani) rispetto a quella in età lavorativa, mentre tende ad invecchiare anche la fascia di residenti in età lavorativa.
Una delle conseguenze della crisi è anche il rallentamento dei flussi migratori in generale e verso il nostro Paese. Il numero di bambini stranieri nati nel riminese è quasi il doppio del numero di bambini italiani. Pensando alle "seconde generazioni", bambini e ai ragazzi che sono figli di immigrati nati e cresciuti in a Rimini la questione del riconoscimento del diritto di cittadinanza per i bambini nati nel nostro Paese, figli di stranieri, diventa non più rinviabile.
Per il Partito Democratico di Rimini il rilancio dell'economia, lo sviluppo e il sostegno alle imprese si basano su alcuni capisaldi ben precisi, dieci condizioni necessarie per rispondere alla crisi, garantire la coesione sociale e promuovere una crescita sostenibile.
Primo caposaldo, lo snellimento delle procedure. La nuova legge quadro regionale, approvata in dicembre, prevede importanti misure per l'attuazione degli obiettivi di semplificazione del sistema amministrativo regionale e locale. L'obiettivo è ridurre oneri a cittadini e imprese, elevare la qualità della pubblica amministrazione, favorire la competitività delle aziende, in particolare di quelle piccole e medie, perseguendo al contempo la lotta all'illecito e alla corruzione. Chi vuole investire ha diritto di avere risposte chiare sulla possibilità o meno di farlo, senza perdite di tempo.
Secondo, il completamento delle infrastrutture della mobilità. E' in fase avanzata, e i lavori procedono in anticipo sul cronoprogramma, la realizzazione della terza corsia. Il progetto per la nuova Ss 16 è ripartito attraverso il lavoro congiunto di Regione, Anas e Provi ncia di Rimini ed è stato migliorato in modo significativo. Il Trc è il fulcro attorno al quale articolare un diverso sistema della mobilità, parte di un disegno più ampio che vede da un lato il potenziamento della linea ferroviaria da Rimini a Ravenna e dall'altro il proseguimento del metro di costa dalla stazione di Rimini a quella della Fiera, insieme al collegamento con l'aeroporto e con il nuovo Palacongressi.
Terzo, uno sviluppo sostenibile per il territorio. Il comparto dell'edilizia rappresenta da sempre un volano importante per l'economia, con circa 2500 addetti nella provincia di Rimini e una stima media del 65% di lavoratori dipendenti. Lo sviluppo passa dalla riqualificazione urbana (il lungomare, l'area della stazione...), con norme urbanistiche innovative per il recupero del nostro patrimonio edilizio ed in particolare del centro storico.
Quarto, investire nelle energie rinnovabili, ad iniziare dagli edifici pubblici e dai parcheggi (interventi a costo zero grazie agli incentivi del! conto e nergia). Sostenibilità, green economy ed efficienza energetica degli edifici sono le chiavi dello sviluppo qualitativo del territorio. Anche in questo caso i nuovi strumenti urbanistici sono l'occasione per introdurre nuove occasioni di crescita per le imprese, riducendo ad esempio gli oneri per chi effettua interventi di bioedilizia e promuovendo le energie alternative
Quinto, proseguire sulla strada degli incentivi fiscali per il recupero del patrimonio edilizio esistente e insistere per la detrazione del 36% sulle ristrutturazioni del patrimonio ricettivo. Ci attendiamo politiche nazionali di sostegno all'innovazione anche nel comparto turistico, che consentano, accanto alla "Variante alberghi" approvata in passato dall'amministrazione riminese, di continuare la riqualificazione delle strutture ricettive e della parte turistica della città.
Sesto, la legalità e la lotta all'evasione fiscale. In un momento in cui la crisi si fa più p esante e le banche non concedono liquidità, l'economia criminale può far breccia più facilmente. Dobbiamo sempre più coordinare lo scambio di informazioni fra le istituzioni (Agenzia delle entrate, catasto, sicurezza pubblica), coinvolgendo anche gli Ordini professionali nello scambio di informazioni contro le infiltrazioni e il riciclaggio.
C'è spazio per interventi decisi contro l'evasione fiscale, per
recuperare risorse da chi non ha mai pagato o pagato troppo poco. L'impegno nel recupero dell'evasione deve coincidere con investimenti per la crescita e l'occupazione, riducendo la pressione sul lavoro e sulle imprese.
Settimo, la revisione del patto di stabilità a favore degli enti locali virtuosi. L'Emilia-Romagna, unica Regione in Italia, ha varato circa un anno fa il patto di stabilità territoriale che ha liberato 105 milioni di euro per gli enti locali, permettendo loro di pagare fornitori e imprese o finanziare le o pere pubbliche già deliberate. Insieme alla semplificazion! e ammini strativa e ai fondi messi a disposizione in questi mesi dalla Provincia, dalla Camera di commercio e dai nostri Comuni a favore delle imprese e dei consorzi fidi, la riforma del Patto di stabilità potrebbe incidere concretamente per dare respiro alle aziende e rimettere in circolo l'economia, intervenendo soprattutto nei settori in cui sta collassando il ruolo dello Stato come scuola, edilizia popolare, trasporto pubblico.
Ottavo, agevolare il credito alle imprese in difficoltà per mancanza di liquidità. Gli imprenditori confermano che il tema è critico e Confindustria Rimini ci dice che sono ormai arrivati all'83% coloro che lamentano restrizioni. Come confermano anche le categorie, il sistema del credito è l'anello debole per chi fa impresa. Occorre perciò un maggiore impegno da parte delle banche su questo fronte. Il nostro appello si rivolge soprattutto agli istituti legati al territorio e al credito cooperativo, che da sempre, per missione, dovrebbero essere più vicini alle aziende e alle famiglie.
Nono, le liberalizzazioni. Richiedono determinazione, coraggio e razionalità, affinché non vengano percepite come innovazioni punitive per qualcuno, ma vengano bensì comprese come ampie possibilità di occupazione e crescita. Limitare il dibattito ai farmaci di fascia C o ai tassisti rischia di fare perdere di vista l'obiettivo "alto" delle liberalizzazioni, che se estese alle assicurazioni, alle banche, al settore del gas e dell'energia possono produrre effetti positivi di risparmio per i cittadini. Stiamo vivendo mutamenti rapidi, non dobbiamo asserragliarci su rendite di posizione e interessi corporativi, ma investire sul futuro.
Decimo, promuovere il confronto e la coesione sociale, sottoposta continuamente a grandi tensioni da una crisi economica che accentua le differenze. Tutti gli attori, istituzionali e non, devono sentirsi coinvolti in questa condivisi one di responsabilità. Il Pd ha già iniziato un percorso con le associazioni di categoria del nostro territorio, le parti sociali e le istituzioni per superare insieme le difficoltà e iniziare la ripresa".
Emma Petitti
Consigliere comunale Pd Rimini