Un decalogo per il rilancio dell'economia del territorio. E' quello che lancia il segretario provinciale del Pd Emma Petitti. Che raccoglie gli input espressi lunedì scorso sulle pagine di Nq Economia dai rappresentanti di Confindustria, Confartigianato e Cna. Maurizio Focchi, Mauro Gardenghi e Salvatore Bugli, partivano dal quadro per nulla confortante con cui ci siamo congedati dal 2011 e indicavano alcune priorità per uscire dalla crisi.
"Il Pd - afferma Emma Petitti - ha già iniziato un percorso con le associazioni di categoria del nostro territorio, le parti sociali e le istituzioni per superare insieme le difficoltà e iniziare la ripresa".
Cosa propone il Pd?
"Il rilancio dell'economia, lo sviluppo e il sostegno alle imprese si basano su alcuni capisaldi. Primo, lo snellimento delle procedure. L'obiettivo, in virtù della nuova legge quadro regionale sulla semplificazione del sistema amministrativo regionale e locale, è ridurre oneri a cittadini e imprese, elevare la qualità della pubblica amministrazione, favorire la competitività delle aziende, in particolare di quelle piccole e medie".
Ogni discorso sullo sviluppo non può prescindere da quello del superamento delle carenze sul piano infrastrutturale..
"Su questo punto è in fase avanzata, e i lavori procedono in anticipo sul cronoprogramma, la realizzazione della terza corsia dell'A14, mentre il progetto per la nuova Ss 16 è ripartito attraverso il lavoro congiunto di Regione, Anas e Provincia di Rimini ed è stato migliorato in modo significativo. Poi c'è il Trc, il fulcro attorno al quale articolare un diverso sistema della mobilità".
Uno dei settori maggiormente colpiti dalla crisi è quello dell'edilizia. I costruttori hanno criticato i nuovi strumenti urbanistici, considerati come un freno allo sviluppo. Che risposte dare?
"La premessa per noi è uno sviluppo sostenibile per il territorio. E' questa la nostra bussola. Lo sviluppo passa dalla riqualificazione urbana (e il lungomare e l'area della stazione sono priorità), con norme urbanistiche innovative per il recupero del nostro patrimonio edilizio ed in particolare del centro storico. Ma occorre anche proseguire sulla strada degli incentivi fiscali per il recupero del patrimonio edilizio esistente e insistere per la detrazione del 36% sulle ristrutturazioni del patrimonio ricettivo. Ci attendiamo politiche nazionali di sostegno all'innovazione anche nel comparto turistico, che consentano, accanto alla "Variante alberghi", di continuare la riqualificazione delle strutture ricettive e della parte turistica della città.".
Sui progetti per il lungomare però siamo di fronte ad un'impasse. Come andare avanti?
"Condivido il percorso del Piano Strategico, mentre l'impostazione dei project presentava incongruenze urbanistiche. Oggi legittimamente è necessario ripensarci. Le imprese che hanno presentato i project sono imprese del territorio che lavorano per il territorio. Quando andremo a ripensare la riqualificazione del lungomare insieme a questi soggetti dovremo chiedere alla città cosa fare, perché la riqualificazione del lungomare è una priorità a maggior ragione dopo l'apertura del Palas".
Cos'altro fare per perseguire uno sviluppo sostenibile?
"Investire nelle energie rinnovabili, ad iniziare dagli edifici pubblici e dai parcheggi. Anche in questo caso i nuovi strumenti urbanistici sono l'occasione per introdurre nuove occasioni di crescita per le imprese, riducendo ad esempio gli oneri per chi effettua interventi di bioedilizia e promuovendo le energie alternative".
In questi giorni hanno fatto notizia i blitz a Cortina contro l'evasione fiscale. Un problema molto presente anche nella nostra provincia. E' anche questo un tema importante se si vuole perseguire un modello di economia sana.
"La legalità e la lotta all'evasione fiscale è certamente un nostro caposaldo. Dobbiamo sempre più coordinare lo scambio di informazioni fra le istituzioni (Agenzia delle entrate, catasto, sicurezza pubblica), coinvolgendo anche gli Ordini professionali nello scambio di informazioni contro le infiltrazioni e il riciclaggio. C'è spazio per interventi decisi contro l'evasione fiscale, per recuperare risorse da chi non ha mai pagato o pagato troppo poco".
Cos'altro può contribuire a rimettere in moto l'economia?
"La revisione del patto di stabilità a favore degli enti locali virtuosi. La riforma del Patto di stabilità potrebbe incidere concretamente per dare respiro alle aziende e rimettere in circolo l'economia, intervenendo soprattutto nei settori in cui sta collassando il ruolo dello Stato come scuola, edilizia popolare, trasporto pubblico".
Una delle maggiori difficoltà che riscontrano le aziende riguarda l'accesso al credito. Gli enti locali come possono contribuire?
"Come confermano anche le categorie, il sistema del credito è l'anello debole per chi fa impresa. Occorre perciò un maggiore impegno da parte delle banche su questo fronte. Il nostro appello si rivolge soprattutto agli istituti legati al territorio e al credito cooperativo, che da sempre, per missione, dovrebbero essere più vicini alle aziende e alle famiglie.
Cosa ne pensa delle liberalizzazioni che sta proponendo il Governo Monti?
"Le liberalizzazioni richiedono determinazione, coraggio e razionalità, affinché non vengano percepite come innovazioni punitive per qualcuno, ma comprese come ampie possibilità di occupazione e crescita. Limitare il dibattito ai farmaci di fascia C o ai tassisti rischia di fare perdere di vista l'obiettivo "alto" delle liberalizzazioni, che se estese alle assicurazioni, alle banche, al settore del gas e dell'energia possono produrre effetti positivi di risparmio per i cittadini. Stiamo vivendo mutamenti rapidi, non dobbiamo asserragliarci su rendite di posizione e interessi corporativi".
Il presidente di Confindustria Maurizio Focchi propone la costituzione di un "tavolo" condiviso tra istituzioni, associazioni e parti sociali per ragionare insieme sui temi della nostra economia.
"Raccogliamo l'invito del presidente Focchi e delle diverse associazioni di categoria. E' nostra intenzione promuovere il confronto e la coesione sociale, sottoposta continuamente a grandi tensioni da una crisi economica che accentua le differenze".
Dal
Nuovo Quotidiano del 12 gennaio 2012