La maggioranza non c'è più. Ma nessuna gioia per la paralisi politica che paghiamo tutti a caro prezzo.
9 novembre 2011
Pubblicato in: Comunicati Stampa
E' finita con il Presidente del consiglio, prima come accasciato su se stesso e a occhi fissi sul tavolo, che visionava i tabulati con gli elenchi dei voti espressi, circondato da ministri e sottosegretari. Come a volersi rendere conto davvero. Il rendiconto dello Stato è stato approvato oggi alla Camera, con 308 voti a favore, con tutto il governo schierato. 309, a voler proprio contare un'uscita improvvida o calcolata a seconda delle interpretazioni, con rapido rientro seguito da ampie scuse. Non ci sono giochini di prestigio che tengano: 630 parlamentari, la metà più uno fa 316. Le opposizioni in modo compatto hanno deciso di non partecipare al voto, qualcuno col tesserino alto. Nessuna esultanza, dopo la proclamazione del risultato che sancisce che non esiste più una maggioranza a sostegno del governo: nessuno può rallegrarsi di questa paralisi politica annunciata, di cui tutti i cittadini pagano un caro prezzo. Subito dopo il voto, ha chiesto la parola in aula il nostro segretario, Pierluigi Bersani, per chiedere ancora una volta, un gesto di responsabilità da parte del Presidente del consiglio: la presa d'atto che il governo non ha più le risorse per fronteggiare la situazione e non è più appoggiato dalla maggioranza del parlamento. Le voci dicono che il presidente Berlusconi non ritiene di dimettersi. E' atteso al Quirinale per le 18.45 per quello che Berlusconi dichiara essere solo un confronto, non per rassegnare le dimissioni.
On. Elisa Marchioni, Camera dei Deputati
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