I riminesi laici incontrano l’assessore ai servizi al cittadino Irina Imola sulla “Sala del Commiato”
Con grande stupore tutti i convenuti l’hanno dovuto ammettere: è la prima volta, tra le tante amministrazioni e nei decenni, che i cittadini di Rimini laici hanno incontrato la Municipalità sul tema “Sala del Commiato”. Martedì 8 aprile una delegazione espressa dall’aggregazione formatasi a seguito il ricordo di poche settimane orsono a Giordano Gentilini presso il suo circolo PD Tre Martiri-Centro Storico, è stata ricevuta in residenza Municipale dall’assessore ai servizi al cittadino Irina Imola. Ennio Balsamini, Manuela Fabbri, Sergio Giordano, Franca Bonizzato e Giovanni Luisè, avevano richiesto all’assessore di essere ascoltati a nome delle molte decine di firmatari la lettera d’intenti, divulgata tra la cittadinanza attraverso i circoli del Partito Democratico.
L’assessore ai servizi al cittadino, coadiuvato dal responsabile ai servizi cimiteriali e dall’architetto dei lavori pubblici, responsabile di progetto, hanno illustrato con slide e rendering i lavori già appaltati che saranno ultimati nel 2015. Il “Tempio crematorio” – così viene annunciato dall’ufficio stampa comunale - sarà un unicum nella nuova palazzina attigua all’entrata del cimitero comunale, e comprenderà oltre ai “forni” per la cremazione, una “saletta” attigua di 60 mq adibita alle celebrazioni non religiose dei defunti.
I cittadini laici delegati all’incontro si sono pronunciati in totale disaccordo sulla filosofia complessiva, giudicata lugubre e punitiva, con la quale gli uffici comunali stanno affrontando l’istituzione del servizio civile reso per la prima volta in città ai riminesi non credenti/agnostici/atei. Secondo l’opinione comune dei richiedenti, la sua collocazione logistica non deve essere nella zona cimiteriale, bensì slegata dall’aspetto della cremazione, eventualmente scelto ma non obbligato. Con decisione per la delegazione tutta (e i deleganti) deve essere collocato in Centro Storico, in un luogo identitario della città, dove la modalità aggregante del saluto possa esprimersi con civiltà festosa. Affinché l’omaggio tributato alle persone non abbastanza note per essere celebrate nei luoghi istituzionali - non Fellini, non un presidente del consiglio comunale o ex-vicesindaco - sia comunque caldo e grato. Dunque un netto no alla denominazione: non tempio (evoca un luogo di culto), non crematorio (evoca le atrocità dei forni).
La raccomandazione che la delegazione a nome di moltissimi altri riminesi ha posto all’attenzione dell’assessore Imola e dei suoi funzionari è che sia valutata l’opportunità di utilizzare stabili donati dai cittadini all’amministrazione: la villetta di Via Nigra per la quale si sono spesi molti denari per dar sede alla Fondazione Fellini e subito dopo chiusa e abbandonata, la villa d’epoca di Viale Ceccarelli, altrettanto in stato di degrado. Più che adeguati - e segnalati con forza - saranno presto due luoghi istituzionali prossimamente liberati dalla loro attuale funzione: la Cineteca (quando si trasferirà al Fulgor) e Santa Maria ad Nives (una volta dismessa la Provincia, non servirà più quale sede al suo consiglio).
L’assessore Imola si è detto disponibile a ricercare una soluzione condivisa. Ha ammesso lei stessa, insieme ai funzionari, che si è trattato della prima volta nella quale giunge una richiesta ufficiale dai cittadini al Comune di Rimini. Che lei stessa aveva conosciuto solamente le opinioni espresse sui giornali in alcune occasioni, o interpellanze in Consiglio Comunale senza seguito, che non avevano prodotto dialoghi costruttivi tra amministrazione e cittadini.
La delegazione, ringraziando l’assessore che ha chiesto loro proposte per la denominazione e aiuto per identificare la collocazione possibile, si è detta decisa a raggiungere l’obiettivo dato, anche valutando l’opportunità di promuovere donazioni e/o sottoscrizioni pubbliche tra le molte migliaia a Rimini di cittadini non credenti.
Rimini, 9 aprile 2014.
Portavoce della delegazione “Sala del Commiato” (Manuela Fabbri)